Letterea di un Amica

20 Aprile

 Il Sindaco            

                          Mercoledì sera sono andata a lavorare all'Ocarina                                                           E li ho fatto la conoscenza del Sindaco                                   Il Sindaco in un mondo dei pazzi ne è il re

in un mondo “normale”,  invece

    è la metà della persona più insignificante del mondo

 Il Sindaco è solare, allegro e divertente,

                                ride di sé stesso prima di ridere degli altri                                    Non ha nulla, eppure si considera l’uomo più ricco del mondo

…. mangia quando c’è da mangiare non sempre.

Si lava quando può… e mercoledì erano 15 giorni 

d’astinenza dall’acqua e sapone.

Dorme dove gli capita, ma sembra non importagli.

Girovago vagabondo… solo con la sua Chitarra e la sua 2CV.

Non so nulla di lui, eppure lui sembrava aver capito tutto di me: non conosceva certo le mie esperienze o le mie abitudini, ma ha saputo cogliere il mio essere come se fossi un libro aperto, pronto per essere sfogliato.

È riuscito a mettere in dubbio alcune mie convinzioni, dando un senso all’irrazionale moderno ribaltando l’esteriorità delle cose.

Il Sindaco è felice, o per lo meno è quello che ha voluto far percepire a tutti.

    Privato di tutto ciò che contraddistingue la nostra vita, 

ha acquisito una nuova scala di valori, 

dando il giusto peso che si meritano le cose

                                Il Sindaco non ha nulla per questo ride di se                                                           Il Sindaco ha tutto, per questo ride degli altri                                                                                                                                    Un Amica


Articoli

  kATIA cHIeREGATO

KATYA CHIEREGATO
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Enrico De Paoli, classe 1965, abbiatense di nascita, vive ad Albairate dove tutti lo conoscono come 'Il Sindaco'. Cantante, per anni ha girato l'Italia con alcune tribute band di Vasco Rossi, da qualche tempo ha spolverato la sua vena di cantautore componendo e musicando pezzi suoi.Lo incontriamo, ad Albairate, ospiti del 'Caminetto Caffè!
- Enrico ci parli un po' di te, di come sei arrivato prima ad essere 'Vasco Rossi' e poi a diventare cantautore?
“Ho conosciuto una persona che suonava in un gruppo, cercavano un cantante e io mi sono proposto.Abbiamo cominciato a fare blues, il gruppo si chiamava 'Alligatori dell'Armonia', siamo rimasti quattro, cinque anni assieme, poi le scelte artistiche e di vita, ci hanno portato a dividere le nostre strade. Io, strimpellavo un po' la chitarra, amavo Ligabue come artista ed ero un po' più legato a Vasco come immagine, un giorno mi hanno chiesto se ero disponibile a fare Vasco.Ho partecipato ad un provino dove c'erano 5 'Vaschi' e hanno preso me. Con i Fronte del Palco (questo il nome del gruppo Tribute di Vasco n.d.r.) abbiamo girato l'Italia fino ad esibirci al Forum di Assago: una bellissima esperienza, trattato da star senza nessun merito, solo imitando qualcun altro. Ho, poi, chiuso coi Fronte del Palco, e partecipato ad un progetto: 'Codice Vasco' ma non mi sono trovato con gli altri del gruppo che forse cercavano la gloria, ma prima di arrivare li, secondo me, bisogna camminare con i piedi ben piantati per terra.Nel frattempo ho continuato a scrivere pezzi miei, senza nessuna ambizione particolare, quasi avendo paura di dire agli stessi amici di aver composto canzoni. Eppure scrivere, per me, è un bisogno fisico: scrivo, musico tutto io in pochi minuti, tanto che il mio primo CD si intitola proprio 'Nasce così'”.
- Com'è, che sensazioni dà, vivere buona parte della tua vita (artistica) nella vesti di qualcun altro, di un altro artista, con la gente che ti confonde con lui e che si aspetta da te che tu sia lui?
“Non è semplice; i primi tempi era gratificante, piacevole soprattutto quando ho girato feste grandi e la gente ti riconosceva. Quando poi scopri di avere qualcosa di tuo da dire artisticamente, questo paragone con Vasco nel mio caso, è diventato scomodo, la gente vuole lui e le sue canzoni, non me. Ci si trova in difficoltà; ovviamente senza nulla togliere a Vasco Rossi che è un grande artista”.
- Si rischia lo sdoppiamento della personalità?
“No, perché a grandi linee ho avuto una vita non dico uguale alla sua, ma molto simile, al limite direi; ora mi piacerebbe vincere in questa vita, se non capita, l'importante sarà stato partecipare”.
- Il mondo discografico è difficile per chi già è arrivato; e per un artista come te?
“E' drammatico, perché in un mese mi è capitato di avere due proposte che sono diventate due risposte negative; una casa discografica di Bergamo mi ha promesso luci, fama, popolarità e poi mi ha detto che mi avrebbe fatto risparmiare: ma come? Se credi in un lavoro lo produci, non mi cerchi soldi. A me spiace perché, nel tempo, mi sono abituato a credere nel mio lavoro, ma le delusioni sono lì; un'altra casa discografica di Brescia mi ha detto che non ci sono soldi da investire sulle mie canzoni e che sono lontano dal loro target, ho ringraziato e sono venuto via”.
- Ci parli un po' delle tue canzoni? Della tua ultima fatica?
“Non si può definire fatica, la fatica è un'altra cosa! Io ho sempre fatto l'operaio e so quanto è dura.Pensa a quando devi andare a cantare, le ore di preparazione, l'adrenalina; ad esempio quando facevo Vasco, c'erano tante persone che i chiedevano, mi ammiravano, ed è facile che questa fama ti dia alla testa. La fatica è restare con i piedi ben piantati per terra”
- Ce l'hai sempre fatta?
“Assolutamente si! E' il mio modo di esistere e se dovessi perderlo, sarebbe finita. Un artista e definirmi tale è una cosa grossa per me, deve capire che ha bisogno della gente e non certo la gente di lui. L'artista deve essere umile, il suo è un dono di natura che qualcuno gli ha dato e non c'è niente che è dovuto”.
- Le tue canzoni di cosa parlano?
“Parlano di cose semplici, delle mie emozioni prevalentemente, di sentimenti, di amore – tante sono dedicate alla mia donna – parlano di una libertà psicologica più che fisica”.
- Hai dei rimpianti se guardi al tuo passato e quali speranze coltivi per il tuo futuro?
“Non rimpiango nulla anche se ho fatto tantissimi errori nella vita e non so perché, ma mi vengono anche bene! Per il futuro, spero in un minimo di fortuna a livello artistico “.
- C'è mercato per artisti di nicchia come te?
“Momentaneamente non molto, si fa fatica, ci sono persone che mi richiedono, mi chiamano per mettere giù uno straccio di contatto, ma la prima domanda che ti fanno quando ti chiamano da qualche parte è: quanta gente mi porti? Ma non è che io prima di esibirmi faccio il giro col pullman per raccogliere la gente. Poi ci sono locali che non provano a cambiare i loro artisti. Certo se il target italiano è il 'Pulcino Pio' tre dischi di platino, un disco d'oro, mi chiedo di che cosa stiamo parlando. Non si parla più di emozione ma del nulla”.
- E' vero che hai partecipato anche alle selezioni di un paio di talent show? Trovi che oggi sia la strada giusta per farsi conoscere nel mondo della musica?
“Ho partecipato a due provini. Il primo è stato drammatico, mi approcciavo per la prima volta a quel mondo, sono stato chiamato dall'organizzazione per ritrovarmi a rispondere ad un questionario di 50 domande. Era un'agenzia di moda, modelli e mi sono chiesto cosa ci facevo lì. Ma trattavano anche vari rami del mondo artistico tra cui cantanti, cantautori ecc. Con immenso piacere ho risposto alle prime tre che sapevo: nome, cognome, dove sei nato. Ero circondato da ragazzine giovanissime semi nude e dopo ore di attesa, gli organizzatori dicono: chi sarebbe De Paoli Enrico, si alzi pure in piedi. La sensazione è stata strana perché saremo stati un centinaio la dentro e, mentre mi alzavo, 99 persone si sono girate verso di me. 'Lei vuole entrare nella nostra agenzia e non ha risposto alle domande?' al che dico ' non ho sentito la campanella'; 'che campanella' mi dicono e io rispondo 'una volta nel Manzoni, i lebbrosi non erano preceduti dal suono della campanella?. Non posso ripetere quello che ho detto perché sarei volgarissimo. Io mi chiedo, se sono un cantautore, quando mi fai un provino invece di farmi delle domande, perché non mi fai cantare e suonare?”.
- E l'altro talent?
“E' stato Italian's got talent. Mi ha iscritto un'amica, e non so ancora come è andata. Passando il tempo penso che sia un no! Mi hanno comunque detto che sia per il no che per il si mi avrebbero telefonato! Vediamo. Ho presentato una mia canzone che si intitola “La signorina bla, bla”. L'audizione era alle 2,20 del pomeriggio e sono entrato esattamente alle 20,51; sette esaminatori di cui a sei non sembrava fregargliene troppo; quello che mi ha parlato mi ha fatto una specie di intervista e poi non ha più guardato me ma un monitor, e sono legato al battito del suo piede che teneva il ritmo della mia canzone: questa è la mia speranza.A questo punto della mia vita, della mia carriera, vorrei chiudere con 'Liga' e con 'Vasco' e proporre solo le mie canzoni. Sono stato invitato anche a “La notte di Lardirago” concerto per l'Emilia colpita dal terremoto”.
- Hai già qualche esibizione in programma per chi volesse venire a sentirti?
“Grazie al 'Caminetto Caffè' di Albairate ho avuto l'opportunità, una decina di giorni fa di fare una serata solo con i miei pezzi. Nei miei spettacoli di solito alterno le canzoni da 'Vasco', al cabaret perché mi piace raccontare stupidate e vedere la gente ridere, visto che la vita è brutta. Enrico De Paoli, o come mi chiamano gli amici 'Il Sindaco', ha la presunzione di non farti pensare ai tuoi problemi per un po' di tempo.Adesso sto mettendo in piedi un gruppo; ho già trovato dei collaboratori fantastici tra cui la corista Silvia Gabrielli, che mi ha spaventato con tutto il talento che ha, suo marito Brugo, deejay, collabora come arrangiatore, Fabio detto 'Ufo' è un chitarrista fantastico. Chi vuole conoscere il mio lavoro può visitare il mio sito internet: www.sindacoacusticguitarband.com o seguirmi su facebook
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Enrico De Paoli 'Il Sindaco'  è davvero una persona particolare, chitarra alla mano mi ha fatto ascoltare alcuni suoi pezzi; c'è del talento vero nelle sue canzoni e, lui e il suo lavoro meritano senz'altro quella fortuna che Enrico De Paoli si augura per il suo futuro.